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Uno dei componenti che più si sta diffondendo
rapidamente negli smartphone è il sensore per le
impronte digitali. Appannaggio iniziale dei top di gamma
di qualche anno fa come iPhone 5s e Galaxy S5, ormai si
riesce a trovare con facilità anche nella fascia media di
mercato, soprattutto se si guarda ai marchi cinesi.
Continua tuttavia ad essere richiesta la predisposizione
di un'area dedicata nel corpo del dispositivo, il che porta
i produttori a scegliere come posizionarlo. In generale, è
nel mondo Android che la questione risulta più spinosa,
perché molti hanno adottato i pulsanti di navigazione
(Indietro/Home/Task switcher) software in luogo di quelli
fisici. Per chi non ha mai effettuato tale switch, come
Samsung, il problema non si pone in quanto basta
integrare il sensore nel pulsante Home, in "stile Apple".
Negli altri casi, o si sceglie di fare come Huawei o i
Nexus, dove l'area di riconoscimento è prevista nella
parte posteriore sotto la fotocamera, oppure si fa la
transizione opposta seguendo l'esempio di HTC 10.
Il futuro potrebbe però portare un'interessante novità
volta a risolvere quasi del tutto i dubbi produttivi. Come
riporta AndroidPolice,LG ha presentato un sensore di
nuova generazione che non prevede la necessità di
un'area fisicamente demarcata. Ciò significa che è
possibile integrarlo nel bordo inferiore sotto al display,
senza rinunciare ai tasti software per gli OEM che
preferissero mantenerli e senza sacrificare l'esperienza
d'uso come invece accade nel posizionamento
posteriore. Certo, non manca qualche dubbio in merito
a questa soluzione. Senza un feedback visivo, almeno
inizialmente potrebbe non risultare intuitivo per l'utente,
necessitando di alcuni tentativi per individuare e
memorizzare l'area esatta in cui va piazzato il dito per lo
sblocco del dispositivo. Il modo ideale per ovviare
all'inconveniente sarebbe una sorta di standardizzazione
tra i produttori, mantenendo il posizionamento del
sensore al centro; in questo modo, anche se non si vede
ad occhio nudo, sarebbe difficile sbagliare perché
l'utente saprebbe già dove aspettarselo.
L'ideale rimane comunque l'integrazione nello schermo
stesso, come già permette la tecnologia Sense ID di
Qualcomm,basata sugli ultrasuoni invece del
rilevamento capacitivo. Potrebbe non essere così
peregrino uno scenario futuro in cui entrambi i sistemi
avranno un periodo di convivenza, col Sense ID per la
fascia alta e proposte simili a quella di LG nelle aree di
mercato sottostanti; man mano che la tecnologia
migliora e parallelamente i prezzi scendono, la soluzione
Qualcomm potrebbe rimpiazzare in toto i sensori
capacitivi. Parliamo in ogni caso di futuro: almeno per
quest'anno, salvo sorprese, magari proprio da Cupertino,
continueremo a porre il dito su cerchi, quadrati o altre
forme che delimitano l'area di riconoscimento.
Fonti: web
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